Il distretto abruzzese della moda è pronto ad assorbire 10mila nuovi addetti nei prossimi due anni rispetto ai poco meno di 20 mila attuali.
La stima del centro studi della Confindustria regionale è conseguenza dei risultati economici delle 2.100 imprese del settore, che nel 2022 hanno praticamente uguagliato i risultati del pre covid (oltre 800 milioni di fatturato tra tessile, calzature e pelletteria), del trend positivo delle esportazioni (intorno a 150 milioni), con Germania e Stati Uniti primi mercati di sbocco) e della volontà di investire all’interno della regione di alcuni brand del lusso.
Polo di eccellenza
L’Abruzzo come polo d’eccellenza e regione attrattiva per gli investimenti: in questo scenario, la vera sfida è incentivare il ricambio generazionale.
«Stanno arrivando commesse su commesse e la pandemia ha accelerato l’uscita di diverse risorse – spiega Rita Annecchini, che guida Nami, la Nuova Accademia Moda Italia, con sedi a Pescara e Alba Adriatica -. Oggi le aziende si trovano di fronte a un grande problema: manca il personale specializzato. La moda rappresenta un’industria strategica, in grado di offrire enormi opportunità di lavoro ai giovani. Per questo c’è la necessità di formare personale nuovo, cercando di avvicinare le nuove generazioni a un settore affascinante e redditizio».
Scuola di formazione
Di fronte a una richiesta così ampia di manodopera specializzata diventa ancora più strategico il ruolo di Nami, che Annecchini ha trasformato da azienda di servizi a fucina di professionisti.
Sono 260 le figure che, nei primi sei mesi di quest’anno, sono uscite da questa scuola di alta formazione con in mano un contratto di lavoro, oltre 2.000 dal 2001 ad oggi. Un contributo a rinnovare e innovare la tradizione della moda abruzzese, con un focus sul design, visto che la Provincia di Pescara è un hub all’interno del quale si formano giovani professionisti che poi trovano spazio nell’industria manifatturiera di tutta Italia. «Il lavoro che svolgiamo gioca un ruolo decisivo nel mettere in comunicazione imprese e disoccupati, generando competenze, valore e occupazione», sottolinea la presidente.
Non è un caso, dunque, l’arrivo di Brunello Cucinelli, che ha realizzato un investimento importante nella zona industriale di Ponte Sant’Antonio, a Penne, allargando fino all’Abruzzo la sua area produttiva: sarà operativa entro fine anno, un modello di industria 5.0 all’interno della quale lavoreranno circa 400 addetti.
A poche centinaia di metri opera dal 1959 Brioni (oggi in mano ai francesi del lusso di Kering), uno dei simboli del fashion italiano nel mondo e tra le prime aziende a comprendere come fosse strategico avere una scuola altamente selettiva accanto al luogo di produzione, garantendo così un ricambio generazionale continuo, con addetti già pronti a essere inseriti in produzione.
«Il lancio del Progetto Generazioni di Brioni si inquadra coerentemente all’interno di una serie di iniziative di sviluppo che l’azienda sta implementando su fronti diversi e che vedranno la luce nei prossimi mesi», anticipa Luigi Di Giosaffatte, direttore generale di Confindustria Chieti Pescara.
Tra queste, la collaborazione avviata con l’Istituto ‘Luca da Penne – Mario dei Fiori’ di Penne e il ‘Moretti’ di Roseto Degli Abruzzi, inquadrate all’interno del programma “Adotta una Scuola” di Altagamma, e il rilancio della Scuola di Alta Sartoria ‘Nazareno Fonticoli’ e della relativa Fondazione, «di cui il marchio ha assunto il completo controllo, in pieno accordo e allineamento con la famiglia Fonticoli», al cui interno verranno effettuati programmi anche in collaborazione con la prestigiosa Accademia del Costume e della Moda di Roma.
Nuovi orizzonti
Il distretto cresce, allarga i suoi confini soprattutto nel centro-nord dell’Abruzzo. Ad Alba Adriatica, Louis Vuitton ha aperto un suo sito produttivo dedicato alla pelletteria, Fendi ha rilevato la maggioranza del Maglificio Matisse a Sant’Egidio alla Vibrata, nel Teramano, per fare rete con l’investimento in provincia di Fermo dedicato al calzaturiero.
A Città Sant’Angelo ha sede la Sartoria Belisario, produttore di camicie su misura, azienda familiare nata nel 1988 e oggi guidata da Marco Belisario, il quale poco più di 12 anni fa diede vita a uno dei primi contratti di rete nati in Italia, il Polo dell’Alta Moda Vestina.
L’Abruzzo che attrae nuovi investimenti è ossigeno anche per i produttori conto-terzi, chiamati ad alzare ulteriormente l’asticella della qualità e dell’innovazione, sulla scia di quanto hanno già fatto aziende come Confezioni Mario De Cecco (a Sambuceto), produttore di abbigliamento da lavoro con un processo di economia circolare a ciclo chiuso e sostenibile, che parte dall’utilizzo di materia prima di origine naturale a basso impatto ambientale e biopolimeri di nuova generazione e si completa eliminando del tutto il fine vita del capo confezionato sperimentando il ritorno al tessuto originariamente utilizzato; Codis, lavanderia industriale da 10 mila capi al giorno a Pineto, che usa tinture naturali e nuove tecniche di lavorazione a basso consumo di acqua per colorare il denim; Fashion Tex, azienda 4.0 di Corropoli, che produce nastri e filati green per l’industria della moda.