Caro lettore, Cara lettrice,
Oggi ti propongo un articolo un po’ sui generis.
Perché?
Lascia che ti spieghi.
Ho pensato di rivivere alcune storie con te.
Il concetto è semplice, una storia un articolo.
Però…!
Sì c’è un però, perché i primi tre articoli saranno legati da un punto di vista cromatico, in omaggio al nostro amato e agognato Made in Italy.
L’articolo di oggi, ha come punto di partenza il colore verde.
Il Verde, è un colore secondario, ma il primo ad esser raffigurato sul nostro tricolore.
Verde, deriva dal latino virĭdis, letteralmente “essere verde”. A ben pensarci molte, moltissime cose intorno a noi sono verdi, nelle sue mille e più sfumature. Il Verde è associato non solo all’ambiente ma anche al concetto di speranza. Alzi la mano chi non ha mai detto, pensato o pronunciato “verde speranza”.
Il verde, per gli inglese green, è stato da ultimo associato al concetto di ecosostenibilità, quindi in brevissima sostanza tutte quelle azioni che possiamo attuare per evitare di danneggiare ulteriormente il nostro pianeta. Ovviamente ciò vale in tutti gli ambiti indipendentemente che essi siano commerciali o di vita privata, la green economy ne è un esempio.
Il green, l’eco sostenibile è diventato un punto focale anche all’intero del settore moda. Questo connubio ha fatto sì che, il settore moda iniziasse ad aprirsi ad una nuova concezione, ossia limitare il fast fashion. Uno dei primi appelli proviene direttamente dallo stilista Giorgio Armani.
Qui inizia la storia di cui ti ho accennato ad inizio articolo, ripercorriamo insieme la storia di King George.
Se ti chiedessero se l’Italia ha un re, ovviamente risponderai di no, perché il pensiero va alla nostra forma di stato e di governo. Eppure il mondo della moda ha eletto il suo Re.
Re Giorgio, di origini piacentine, nacque nel 1934. La vita lo condusse già da giovane a Milano, città in cui concluse il liceo scientifico ed iniziò la facoltà di Medicina, che abbandonò dopo pochi anni.
Il richiamo della moda non tardò poi tanto, il caso volle che iniziò a lavorare come vetrinista alla Rinascente. Successivamente ebbero inizio importanti collaborazioni con il maestro Cerruti e nel 1974 Palazzo Pitti ospitò il suo debutto nella moda come designer freelance. L’anno dopo, nel 1975 Re Giorgio, insieme al socio e compagno di vita Sergio Galeotti fonda la società Armani Spa.
Una brutta malattia, nel 1985 porta via a Re Giorgio, Sergio, il suo braccio destro e le parole rilasciate il giorno seguente la morte di Galeotti sono molto forti anche a distanza di molti anni:
“…senza Sergio probabilmente non saremmo qui. Sin dall’inizio si è dimostrato un talent scout eccezionale. Di Sergio oltre all’immaginazione, alla grinta, al coraggio e alla fantasia, mi hanno sempre colpito la straordinaria pulizia interna, il rigore, l’onestà, il fascino e il rispetto per gli altri“
Fonte: https://movieplayer.it/news/giorgio-armani-chi-era-suo-compagno-sergio-galeotti-morto-1985_87271/
Nel 2000 Re Giorgio all’edizione americana di Vanity Fair, in occasione del suo coming out condivide un ricordo di Galeotti toccante e profondo. Riviviamolo insieme:
“tutto quello che ho fatto nel lavoro l’ho fatto per Sergio. E Sergio ha fatto tutto per me …..poi si è evoluto in qualcosa di differente. Amore è un termine troppo riduttivo. Era una grande complicità, nei confronti della vita e del resto del mondo“
Fonte: https://movieplayer.it/news/giorgio-armani-chi-era-suo-compagno-sergio-galeotti-morto-1985_87271/
Quando pensiamo allo stilista Giorgio Armani, senza ombra di dubbio ci viene in mente il suo stile immortale nel tempo, la sua eleganza ed italianità ma anche e soprattutto la sua persona intesa come uomo.
Tutto il mondo avrà sicuramente visto la foto che lo immortalava mentre sistemava la vetrina di un suo negozio milanese. Dalla foto traspare una cura, una delicatezza, una dedizione sconvolgente, come sconvolgente è vedere il titolare di un impero non dimenticare le sue origini ed il valore del lavoro, qualunque esso sia.
In questo periodo di pandemia è stato uno dei primi a dire che il mondo della moda deve rallentare il suo frenetismo, e che il capo deve riacquistare il suo valore, la sua qualità, insomma la sua importanza.
In conclusione caro lettore tutti dovremmo essere più green ed avere la sensibilità di Re Giorgio.
“Il momento è complicato ma ci offre la possibilità di aggiustare quello che non va e riguadagnare una dimensione più umana” Giorgio Armani